Dalle giovanili della Juve a fenomeno nel Gozzano fino al boom coi viola e il gol della vittoria all’Europeo under 19. Lo cercano Bayern, City e Arsenal: alle origini del terzino di Borgomanero lanciato titolare da Italiano a 19 anni .
Il primo “Kvaratskhelia” di Mike Kayode? Marco Gasparri. Se non siete abituali frequentatori delle categorie minori, potreste non averlo mai sentito rammentare. A fare questo nome è Fabrizio Leonardi, professore di chimica alle superiori e presidente del Gozzano, con cui l’attuale terzino della Fiorentina ha vinto il campionato di Serie D nel 2021. “Il primo ricordo che mi viene in mente è proprio questa partita persa 2-0 a Legnano a ottobre. Era la sua terza volta da titolare e doveva marcare quest’ala molto esperta, Gasparri, uno che in D dice sempre la sua. Eppure a un certo punto, quasi ci scherzava. Non lo faceva passare”. È il 28 ottobre 2020, Kayode ha da poco compiuto 16 anni. Dopo che la Juventus non l’ha confermato è ripartito dal Gozzano, vicino Gattico, casa sua (siamo sempre nel Novarese), il club da dove sono usciti anche Messias e Zerbin. L’8 ottobre scorso, tre anni esatti più tardi, l’avversario su quella stessa fascia si chiamava Khvicha Kvaratskhelia. Lo ha tenuto a bada e poco dopo la Fiorentina gli ha fatto firmare il rinnovo fino al 2028. In tre anni Kayode è diventato il terzino titolare della squadra di Italiano. E quando scende in campo non sbaglia quasi niente. Giovedì sera, al rientro dopo un infortunio alla caviglia, gli sono bastati 35 minuti per conquistare il rigore che è valso il successo 2-1 contro il Genk e la possibilità di chiudere il girone di Conference al primo posto.
La scalata di Mike
Classe 2004, 19 anni compiuti a luglio, Kayode in questa stagione doveva essere la riserva di Dodo sulla fascia destra, ma da quando il brasiliano si è rotto il crociato ha sempre giocato titolare (fino all’infortunio alla caviglia rimediato sempre in Conference contro il Cukaricki a fine ottobre). E il suo rendimento ha sorpreso tutti. Non aveva mai giocato in Serie A, in poche settimane si è affermato come uno dei giovani più interessanti. “È uno con la testa sulle spalle. Vi racconto questo: quando ha preso la patente ha comprato una Clio usata a una cifra giusta, e ne va fiero. Con i soldi del rinnovo pensa a prendere una casa ai genitori” ci racconta Andrea Ritorni, capo scout della Vigo Global Sport di Claudio Vigorelli. È lui che ha scoperto Kayode e lo ha portato alla Fiorentina nel 2021. “Avevamo avviato il discorso da tempo e Mike ha mantenuto la parola, potevamo anche andare a parametro zero all’estero, su di lui c’erano club come il Bayern Monaco. Oggi lo guardano Manchester City e Arsenal”. “Alcuni informatori mi avevano consigliato di andare a vederlo a Gozzano. Sono subito rimasto impressionato. Al suo debutto in Serie D, a 16 anni, l’ho visto salvare un gol sulla linea di porta e procurare un rigore. Un paio di partite dopo l’ho aspettato fuori dallo stadio e ci ho parlato 5 minuti: mi ha ricordato Chiellini per umiltà, voglia di sacrificarsi e dedizione alla famiglia”. Ritorni ha lavorato sia con il Livorno che con la Juventus ed è stato uno dei primi a credere in Chiellini ai tempi dei Giovanissimi B del Livorno a fine anni Novanta. “Mike ha un grande motore, quando era in Primavera il suo GPS registrava numeri da Serie A, mi sarei aspettato che ci arrivasse, però non così velocemente”.
L’atletica e le prime partite
Sarà stata l’atletica, il primo sport del piccolo Mike. Lui si allenava sognando Bolt e di andare più forte di tutti nei 100 metri. Suo padre guardava le partite di calcio e quella passione deve averlo contagiato. Prima squadra il Borromeo Vergante, che oggi non esiste più. “Lo facevamo giocare con i 2002 perché con quelli della sua età non c’era storia” racconta Dario Angiono, il responsabile del settore giovanile dell’epoca. “Le regole della Figc non lo permettevano, allora prima di ogni gara ci mettevamo d’accordo con l’allenatore avversario, a volte fingevamo di avere pochi 2002 e di aver portato un 2004 solo per far numero. ‘Alla faccia, che 2004’, commentavano stupiti a fine partita”. È Angiono a segnalarlo alla Juve: “L’ho accompagnato a qualche allenamento insieme alla madre, i dirigenti erano titubanti, però alla fine lo hanno preso. Non mi scorderò mai il giorno in cui siamo andati a firmare a Vinovo. Mi hanno offerto una pizza e non smettevano di ringraziarmi, non ho più ritrovato tanta riconoscenza. Uno dei punti di forza di Kayode è senza dubbio la famiglia, il rispetto e l’educazione che avevano lui e suo fratello mi ha sempre colpito”.
Delusione e riscatto
A Torino trascorre 7 anni, incrocia alcuni ragazzi che ritroverà più avanti. Uno di questi è Luis Hasa, centrocampista della Next Gen con cui in estate ha vinto il Mondiale under 19 segnando il gol decisivo. Un altro trofeo dopo la Coppa Italia e le due Supercoppe conquistate con la Fiorentina Primavera da record di Aquilani. Dopo la vittoria del campionato col Gozzano, ed esser diventato il giocatore più giovane a segnare in D. Poi i bianconeri decisero di non puntarci. “La Juventus lo aveva escluso, semplicemente non ci credeva più. Non era facile ripartire a 16 anni dalla Serie D, ce l’ha fatta grazie all’umiltà e alla determinazione” dice ancora Leonardi, il presidente del Gozzano. Sarà un caso, ma sul profilo Instagram di Kayode non c’è nemmeno una foto dei suoi anni alla Juve, l’unica squadra che manca. “Scendere tra i dilettanti – ha invece raccontato in una delle prime interviste – mi è servito perché la mentalità che c’è tra i grandi è diversa. Si lotta per qualcosa, per portare da mangiare alla famiglia”. Così quando è tornato tra i ragazzi, alla Fiorentina, ha fatto di tutto per restarci meno possibile. E oggi chi l’ha conosciuto di lui dice sempre la stessa cosa: sapevo che sarebbe arrivato in alto, ma non così presto.